Onorevoli Colleghi! - Negli ultimi anni si è riproposto all'attenzione generale il tema della pena di morte, che ha mobilitato le coscienze di tutti gli uomini, come cittadini e come esseri umani, indipendentemente dagli schieramenti politici di appartenenza e dalle aree di pensiero.
Numerose istituzioni, tra cui il Parlamento europeo, e larga parte dell'opinione pubblica del nostro Paese hanno ribadito il valore supremo della vita umana e la contrarietà, sempre e comunque, alla pena di morte, che corrisponde ad una concezione della giustizia primitiva e vendicativa; come recita la nostra Costituzione, la pena deve tendere alla rieducazione del condannato e deve offrire la possibilità di reinserimento sociale.
Purtroppo numerosi Paesi mantengono ancora la pena di morte, nonostante un orientamento generalizzato verso l'abolizione della pena capitale in tutti i continenti e malgrado la situazione sia migliorata negli ultimi anni, essendo aumentato il numero dei Paesi che hanno deciso di abolire la pena di morte o di sospendere le esecuzioni.
La strada tuttavia è ancora lunga, e il numero delle esecuzioni nel mondo è tale da richiamare alla mente i «secoli bui» del Medioevo.
L'Italia, terra natale di Cesare Beccaria, uno dei primi Paesi al mondo ad abolire la